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Edilizia, nel 2009 persi 210mila posti


La crisi colpisce anche l'edilizia: nel 2009 sono infatti circa 210mila i posti di lavoro persi (137mila nelle costruzioni cui vanno aggiunti quelli dell'indotto) e oltre duemila le imprese fallite, il 30% in più rispetto all'anno precedente. È quanto emerso durante una conferenza stampa degli Stati generali delle Costruzioni, di cui fanno parte Ance, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Anaepa-Confartigianato, Claai, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Aniem Confai, Agci/Psl, Ancpl-Lega Cooperative, Confcooperative, Agi, Federcostruzioni e Assoimmobiliare. L’anno scorso, denunciano ancora le organizzazioni, si sono avute 9.000 imprese di costruzioni in meno rispetto al 2008. Gli investimenti in costruzioni in tre anni si sono ridotti del 18%, negli ultimi sei il numero di bandi di gara per lavori pubblici si è ridotto di oltre la metà e, sempre nel triennio, le compravendite di abitazioni sono diminuite del 30%.

“Siamo abituati a misurare l’operato di un governo solo dai fatti". Così Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, intervenendo in conferenza stampa. "Questo governo - ha ricordato - agli Stati Generali delle Costruzioni del maggio 20009 ha fatto molte promesse. Ad oggi non abbiamo visto nulla. Anzi, il mercato si ritrova, nel momento di maggiore crisi e con davanti a sé un anno dalle previsioni ancor più buie di quello precedente, ad essere ostaggio da una parte di un monopolio, quella cricca cui vengono affidati senza alcuna gara gli appalti pubblici, e dall’altra dalla giungla, caratterizzata dall’assenza di regole, dalla rincorsa ai ribassi (spesso oltre il 60%) che si scaricano sulla qualità del costruito, sulla qualità e regolarità del lavoro e sulla sicurezza, e dove vanno rafforzandosi le infiltrazioni della criminalità organizzata, delle mafie, dei trafficanti di braccia. Di fronte a tutto questo, il governo non fa nulla per contastare l’acuirsi di queste distorsioni del mercato

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