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Sacconi: «In arrivo un piano per il lavoro»

Governo «nei prossimi giorni presenterà un piano triennale per il lavoro», al quale seguirà il disegno di legge delega sullo Statuto dei lavori. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, nel giorno dell'anniversario dello Statuto dei lavoratori, la legge 300 del 1970 che è stata celebrata con tre diverse iniziative dai sindacati confederali, segno dello stato dei rapporti tra Cisl-Uil e Cgil. «Il Governo - ha puntualizzato il ministro - presenterà questi atti sulla base di una fase di dialogo sociale e di trasparente dibattito parlamentare perché, alla fine, toccherà anche al Parlamento esprimere le proprie opinioni e il proprio voto».

Intitolato un premio a D'Antona, vittima delle Br. Lo stesso Sacconi ha dedicato tre sale del ministero di Via Veneto a tre ex ministri che hanno avuto un ruolo centrale nell'elaborazione e approvazione dello Statuto: Gino Giugni, Carlo Donat-Cattin e Giacomo Brodolini, intitolando un premio a Massimo D'Antona in occasione dell'undicesima ricorrenza della sua uccisione da parte delle Br. All'iniziativa organizzata dalla Uil, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha ricordato come lo Statuto del 1970 sia il frutto delle mobilitazioni dei lavoratori della fine degli anni 60 recepite nei contratti, ed estese attraverso la legge 300 a quanti erano privi di tutele. Ma Brunetta ha incassato i fischi di una parte della platea di iscritti alla Uil quando ha sottolineato che «qualcuno ha usato lo Statuto come strumento per difendere i fannulloni».

Bonanni contrario a interventi unilaterali sullo Statuto. Quanto ai sindacati, per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, lo Statuto del 1970 non è un «caro estinto, va salvaguardato e con esso il richiamo ai principi costituzionali minacciati dalle norme del Ddl lavoro» che «obbligando il lavoratore a ricorrere all'arbitrato rappresentano un attacco alla Costituzione che stabilisce il diritto di ogni cittadino a rivolgersi a un giudice per far valere le proprie ragioni». Su questi temi la Fiom-Cgil sollecita una mobilitazione fino allo sciopero generale. Diversa la posizione della Cisl. Raffaele Bonanni è contrario ad «interventi unilaterali, che scavalcano le parti», perchè dello Statuto dei lavoratori bisognerà cambiare «quello che riterranno conveniente i lavoratori e le imprese». L'iniziativa va lasciata agli attori sociali per Bonanni che si dice d'accordo con il metodo illustrato da Sacconi: «Fa bene il ministro a dire che non imporrà normative ma che lascerà interamente alle parti sociali questa partita». Per la Uil che significativamente ha organizzato un convegno con la fondazione Craxi «Dallo Statuto dei lavoratori allo Statuto dei lavori» bisogna preoccuparsi di estendere le tutele: «Il problema è che lo Statuto riguarda ormai una minoranza di lavoratori, il 48% – sostiene Luigi Angeletti –. Noi dobbiamo occuparci anche degli altri che non hanno tutele, della maggioranza. Bisogna costruire un'intesa tra le parti sociali».

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