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Le innovazioni della legge 626

Il decreto legislativo comunemente noto come "la 626" ovvero "la legge sulla sicurezza nel lavoro", ha introdotto importanti innovazioni nel campo della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e, pur senza sostituirsi alla disciplina precedente, cambia completamente l'impostazione della tecnica di prevenzione. Si passa, infatti, da una normativa incentrata su un tipo di intervento sostanzialmente "riparatorio" ad una focalizzata sulla prevenzione e sull'informazione.

Questa legge, infatti, non riserva più la gestione della sicurezza al datore di lavoro e ai suoi più stretti collaboratori ma, in considerazione della sua importanza, coinvolge tutti i lavoratori nella messa a punto del sistema di sicurezza, sancendo così il passaggio da un sistema incentrato sulle regole ad uno incentrato principalmente sulle singole persone.

In primo luogo, la 626 prevede un intervento organico all'interno dell'azienda che coinvolge tutti i soggetti del processo produttivo nel coordinamento della prevenzione: dalle tecnologie (che devono essere in regola con i canoni di sicurezza) ai lavoratori (con i rappresentanti per la sicurezza), dalla struttura medica (che per le grandi aziende è obbligatorio prevedere al proprio interno) ai segnali di sicurezza e alle stesse attrezzature di sicurezza.

La legge è incentrata essenzialmente sull'obbligo del datore di lavoro di portare a conoscenza dei propri dipendenti i rischi connessi alla prestazione lavorativa: "informare per prevenire e quindi ridurre al minimo i rischi".

Dal 3 febbraio 2005 è in vigore l’obbligo del "Pronto soccorso aziendale", istituito dal Decreto Ministeriale numero 388 del 2003. Ogni azienda, di piccole e grandi dimensioni, deve essere dotata di una cassetta o pacchetto di primo intervento, di personale specializzato per la gestione degli interventi di soccorso e di un collegamento con il servizio di emergenza sanitario.

Il sistema di pronto soccorso si differenzia, comunque, in base all’azienda; in merito il Decreto identifica tre diversi gruppi di imprese, la cui classificazione deve essere autocertificata dal datore di lavoro, tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e dei fattori di rischio.

Il decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 ha introdotto il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro che riunisce, modifica ed armonizza la precedente normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. In particolare prevede l’inasprimento delle sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le regole la maggiore tutela per i lavoratori precari (parasubordianti, telelavoro, altro) e i lavoratori stranieri l’obbligo del datore di lavoro di designare il responsabile del servizio di prevenzione e nominare il medico competente l’allargamento della valutazione dei rischi a quelli legati allo stress da lavoro la maggiore formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, in particolare per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza l’introduzione di nuovi requisiti per le imprese che operano nei cantieri temporanei e mobili la nullità dei contratti di appalto, subappalto e somministrazione che non indichino in modo chiaro i costi della sicurezza

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