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Antipatica al capo: rischio il licenziamento?


(Articolo pubblicato dal Dott. Bruno Olivieri su www.lavoratorio.it )

Nella ditta in cui lavoro, sono assunta a tempo indeterminato ma non vado d'accordo con uno dei miei capi, non gli sto molto simpatica e hanno già fatto due colloqui con due ragazze. Non riesco a capire se vogliono affiancarmi qualcuno o rimpiazzarmi; non mi hanno detto nulla. A queste condizioni posso aspettarmi un licenziamento?


La risposta di Jobob:
"Finora, abbiamo sempre declinato le domande di consulenza tecnica di diritto del lavoro, invitando i lettori a rivolgersi a patronati, sindacati o consulenti del lavoro. Da oggi, inizia invece una nuova collaborazione online con il dottor Bruno Olivieri, un giovane professionista che già da qualche tempo gestisce un blog specialistico dedicato a queste tematiche. Abbiamo esplicitamente richiesto al dottor Olivieri di fornire risposte il più possibile semplificate e comprensibili, cercando di fuggire i tecnicismi tipici della materia. Ecco, qui di seguito, la sua risposta alla domanda della nostra lettrice."

La risposta di Bruno Olivieri ( www.linformalavoroblogspot.com ):
"Innanzitutto bisogna dire che in un rapporto a tempo indeterminato condizione necessaria a legittimare un licenziamento è la sua comunicazione nei modi e nei tempi prescritti dal contratto nazionale di categoria. Quindi, senza aver ricevuto alcuna comunicazione scritta e senza aver firmato per ricevuta la stessa (se notificata come raccomandata a mano) o senza aver ricevuto la notifica a mezzo posta (tramite raccomandata con ricevuta di ritorno), nessuno può essere “legittimamente” licenziato.
Sul fatto di essere affiancati da un altro lavoratore, si tratta di una decisione che il datore di lavoro può prendere liberamente. Il rischio di essere “rimpiazzati”, invece, non è altrettanto scontato quando si è assunti con un contratto a tempo indeterminato: infatti, il datore di lavoro deve poter motivare il licenziamento per attestarne la legittimità. Nel caso presentato, la simpatia e l’antipatia sono questioni soggettive e dunque non pare esistano motivi oggettivi che possano giustificare il licenziamento.

Bruno Olivieri
www.linformalavoro.blogspot.com

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