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Principali novità contenute nella Legge di Stabilità.

Articolo di Tiziano Dott. Esposito

Cuneo Fiscale 
La misura prevede un taglio del cuneo fiscale a partire dall’anno 2014. Il provvedimento riguarderà sia le imprese che i dipendenti. Le imprese potranno godere di maggiori deduzioni Irap sul costo del lavoro per i neo assunti a tempo indeterminato fino a un massimo di 15mila euro per ciascun nuovo dipendente, restituzione del contributo Aspi sui contratti a termine nel caso in cui questi vengano trasformati in tempo indeterminato, riduzione dei premi Inail. Per i dipendenti, aumentano le detrazioni Irpef seppur in misura lieve e comunque in misura proporzionale rispetto al reddito. Le detrazioni infatti saranno via via più lievi al crescere del reddito, e si annullerebbero per redditi superiori ad euro 55.000,00. 

Bonus energetico ed edile 
Entrambi i bonus sono prorogati di un anno senza alcuna riduzione dell’aliquota che rimane pertanto al 65% per il risparmio energetico ed al 50% per le ristrutturazioni. Tali agevolazioni varranno pertanto fino al 31 dicembre 2014. 
Dal 2015 il bonus energetico scenderà al 50%, e quello per gli interventi edili scenderà al 40%. Nel 2016, tutto tornerà al 36% come già previsto dall'attuale legislazione ordinaria. 

Riduzione delle agevolazioni fiscali 
Scende la percentuale delle detrazioni sulle spese rilevanti ai fini Irpef da indicare nella dichiarazione dei redditi (Sanitarie ecc.). Già per il 2013 la percentuale scende dal 19% al 18%, e nel 2014 ancora di un punto al 17%. 

Tasse sugli immobili 
Viene istituita la IUC (Imposta Unica Comunale), che si scomporrà in tre imposte: l’ Imu, che sarà pagata dal proprietario dell’immobile con esclusione delle abitazioni principali non di lusso; la Tasi (imposta sui servizi indivisibili), che sarà pagata dal proprietario e per una quota variabile tra il 10% ed il 30% dall’inquilino; la Tari, tassa sui rifiuti, pagata dal proprietario e dall’inquilino. 
Viene reso deducibile dal reddito d’impresa il 20% dell’Imu versata per gli immobili produttivi. 

Ace 
Viene rafforzato il beneficio dell’Ace, già introdotto dal precedente governo. L’incentivo riguarda le società che accantonano gli utili a riserva o aumentano il patrimonio con apporto dei soci. La deduzione è pari al 3% per esercizio. La Legge di Stabilità innalza l’aliquota al 4% per il 2014, al 4,5% per il 2015 ed al 4,75% a partire dal 2016. 

Rivalutazione dei beni di impresa 
Viene reintrodotta la rivalutazione dei beni d’impresa con versamento dell’imposta sostitutiva pari al 16% per i beni ammortizzabili ed al 12% su quelli non ammortizzabili. La rivalutazione dovrà essere eseguita nel bilancio 2013. Il maggior valore è fiscalmente riconosciuto ai fini dell’ammortamento a partire dal 2016, mentre per quanto attiene al plusvalore in caso di cessione, la rivalutazione decorre dal 1° gennaio 2017. 

Deduzione dei canoni di Leasing 
Il leasing diventa più vantaggioso per le imprese. In termini generali si accorcia il periodo di deducibilità dei canoni pagati. In particolare: 
- Per i beni mobili: deducibilità dei canoni per un periodo non inferiore alla metà del periodo di ammortamento; 
- Per i beni immobili: deducibilità dei canoni per un periodo non inferiore a 12 anni. 
La norma è valida per i contratti stipulati dal 1° gennaio 2014. 

Rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni 
Prevista l’ennesima riapertura dei termini per poter effettuare la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni in possesso di persone fisiche. L’imposta sostitutiva è del 2% per le partecipazioni non qualificate e del 4% per i terreni e le partecipazioni qualificate. Il termine ultimo per il pagamento dell’imposta è il 30 giugno 2014. 

Compensazioni fiscali 
La Legge di Stabilità ha inteso mettere sotto vigilanza anche le compensazioni che saranno effettuate con i crediti delle imposte sui redditi e dell’Irap. 
Qualora infatti tali crediti siano superiori ad euro 15.000,00 preventivamente alla loro utilizzazione occorrerà venga apposto il visto di conformità. 
 Dal 2014, l’attuale limite alla compensazione passa da euro 516.456,90 ad euro 700.000,00 per anno solare. 

Rottamazione delle cartelle esattoriali 
Viene introdotta la possibilità di pagare le cartelle emesse da Equitalia Spa fino al 31 dicembre 2013, senza interessi. Il pagamento dovrà però essere effettuato in unico importo ed entro il 28 febbraio 2014. 

Iva distributori automatici 
Dal 1° gennaio 2014 sale dal 4% al 10% l’Iva applicabile a bevande ed alimenti prelevati da distributori automatici. 3 

Iva cooperative ed attività sanitaria 
Dal 1° gennaio 2014 sale dal 4% al 10% l’iva per le prestazioni socio-sanitarie rese da cooperative non sociali. 
L’aliquota del 4% rimane invariata per le prestazioni rese da cooperative sociali. 

Tracciabilità degli affitti 
La Legge di Stabilità introduce il divieto di pagare in denaro contante i canoni di locazione di qualunque importo. I canoni pertanto, andranno pagati mediante strumenti che ne consentono la tracciabilità (bonifico, assegno ecc.).

“Job Act” le nuove riforme sui contratti a termine e apprendistato

Articolo di Tiziano Dott. Esposito

Dal 21/03/2014 entrano in vigore le nuove norme del decreto legge 34, sul tema dei contratti di lavoro. 
  
Contratto a termine: 
 Aumenta da 12 a 36 mesi la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato. 
Il contratto si potrà prorogare fino ad un massimo di otto volte nei tre anni, purché si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa, vale a dire la stessa mansione. 

Contratto di apprendistato: 
Viene meno il vincolo secondo cui l'assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo. Si cancella quindi la rigidità introdotta dalla legge Fornero. Nell'apprendistato di primo livello la retribuzione dell'apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, è pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore di lavoro viene eliminato l'obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con l'offerta formativa pubblica, che diventa un elemento discrezionale. 

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge con le disposizioni urgenti del Jobs Act


Fonte DTL Modena 

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 66 del 20 marzo 2014, il Decreto Legge 20 marzo 2014, n. 34 contenente le "Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese".
Il Decreto entra in vigore il 21 marzo 2014.
Di seguito i Decreti Legislativi n. 368/2001 (contratto a tempo determinato), n. 167/2011 (TU sull'apprendistato) e n. 276/2003 (c.d. Riforma Biagi), aggiornati con le modifiche apportate dal Decreto Legge n. 34/2014. Nei prossimi giorni forniremo gli approfondimenti per l'applicazione delle modifiche.

JOBS ACT - Interventi per il mercato del Lavoro

Fonte: DTL Modena 

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 12 marzo 2014, su proposta del Presidente e del Ministro del Lavoro, ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. 
Un provvedimento urgente che contiene, tra le altre cose, interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo.
Nello specifico il decreto legge prevederà queste modifiche:

 

Il contratto di lavoro a termine

Per il contratto a termine viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della causalità.
Viene prevista la possibilità di prorogare fino ad un massimo di 8 volte il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni. Condizione delle proroghe è che si riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente stipulato.
Viene, infine, fissato il limite massimo, per i contratti a tempo determinato, del 20% dell'organico complessivo del datore di lavoro. Il decreto fa, comunque, salvo quanto disposto dall'art. 10, comma 7, del D.lgs. 368/2001, che da un lato lascia alla contrattazione collettiva la possibilità di modificare tale limite quantitativo e, dall'altro, tiene conto delle esigenze connesse alle sostituzioni e alla stagionalità. Infine, per tenere conto delle realtà imprenditoriali più piccole, è previsto che le imprese che occupano fino a 5 dipendenti possono comunque stipulare un contratto a termine.
Il contratto di apprendistato
Per il contratto di apprendistato si prevede il ricorso alla forma scritta per il solo contratto e patto di prova (e non, come attualmente previsto, anche per il relativo piano formativo individuale) e l’eliminazione delle attuali previsioni secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo. È inoltre previsto che la retribuzione dell’apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore di lavoro viene eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con l’offerta formativa pubblica, che diventa un elemento discrezionale.

La smaterializzazione del DURC

Un ulteriore intervento di semplificazione riguarda la smaterializzazione del DURC, superando l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti burocratici alle imprese. Per dare un’idea della rilevanza del provvedimento, si ricorda che nel 2013 i DURC presentati sono stati circa 5 milioni.
Inoltre, è previsto un disegno di legge delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro, di riordino delle forme contrattuali e di miglioramento della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita. Queste le caratteristiche:

 

Delega in materia di ammortizzatori sociali

La delega ha lo scopo di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda, in caso di disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, di razionalizzare la normativa in materia di integrazione salariale. Un sistema così delineato può consentire il coinvolgimento attivo di quanti sono espulsi dal mercato del lavoro o siano beneficiari di ammortizzatori sociali, semplificando le procedure amministrative e riducendo gli oneri non salariali del lavoro. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
- rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale;
- semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;
- prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;
- rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;
- prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;
- prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;
- rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;
- incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;
- estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite;
- introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa;
- valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;
- eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.

Delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive

La delega è finalizzata a garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché ad assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
- razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;
- razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
- istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali. Si prevedono meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e l’Inps, sia a livello centrale che a livello territoriale, così come meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e gli enti che, a livello centrale e territoriale, esercitano competenze in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità;
- razionalizzare gli enti e le strutture, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa;
- rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
- mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale;
- mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;
- favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;
- valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.

Delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti

La delega punta a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
- razionalizzare e semplificare le procedure e gli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo;
- eliminare e semplificare, anche mediante norme di carattere interpretativo, le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi;
- unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi (es. infortuni sul lavoro) ponendo a carico delle stesse amministrazioni l’obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti;
- promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei;
- rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita (a parità di costo);
- individuare modalità organizzative e gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro;
- revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino

Delega in materia di riordino delle forme contrattuali

La delega è finalizzata a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché a riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
- individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il contesto occupazionale e produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di riordino delle medesime tipologie contrattuali;
- procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, riordinate secondo quanto indicato alla lettera a), che possa anche prevedere l’introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti;
- introdurre, eventualmente anche in via sperimentale, il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali;
- procedere all’abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le singole forme contrattuali, incompatibili con il testo organico di cui alla lettera b), al fine di assicurare certezza agli operatori, eliminando duplicazioni normative e difficoltà interpretative ed applicative.

Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali

La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
- introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata;
- garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro;
- abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare;
- incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti;
- favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.