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Dalla crisi più opportunità per diventare imprenditori


L'ora più buia è sempre quella che precede l'alba. La pancia mi dice che questo potrebbe essere il momento ideale per rompere gli indugi e tuffarsi. Siamo circondati da notizie negative su deficit e recessioni a W, ma la tecnologia e i mercati globali stanno creando vantaggi concreti per tutti quelli che si stanno chiedendo se provarci o no. E una start-up non è zavorrata da problemi pregressi come proprietà immobiliari e obblighi previdenziali, che stanno frenando gli operatori già sul mercato. Ecco una serie di motivi che mi spingono a ritenere che questo sia il momento giusto.
Grazie alla Rete oggi sperimentare è più facile che nel passato. Costruirsi una presenza online non è mai costato così poco. Ho appena riprogettato il mio sito web per meno di 2mila sterline, e nel giro di poche settimane. Con un sito puoi raggiungere il mondo intero. Sì, la Rete è affollata, ma ci sono miliardi di consumatori che la frequentano, tutta gente che potrebbe vedere le vostre pubblicità o comprare i vostri prodotti. E se la vostra idea va male, pazienza: chiudete quel progetto e provatene un altro; cercare di scoprire che cosa funziona non è mai stato tanto economico e tanto veloce come adesso.

La vita aziendale sembra meno attraente. È finita l'epoca del lavoro a vita, è finita l'epoca dei fondi pensione aziendali e nessuno ha voglia di sgobbare tutta la carriera chiuso in una gerarchia soffocante. La libertà e la soddisfazione del lavoro autonomo sono difficili da eguagliare. Ovviamente ci sono dei rischi, ma se lavori per qualcun altro puoi essere licenziato in qualsiasi momento. Creando la tua azienda hai l'occasione di conquistare indipendenza e autodeterminazione (e se l'impresa ha successo i tuoi sforzi verranno lautamente ricompensati).

Il mondo non ha mai avuto tanto bisogno di imprenditori. Sono soprattutto le nuove aziende che creano occupazione e ricchezza. La mia previsione è che i governi negli anni a venire faranno di più per incoraggiare gli imprenditori, con misure che vanno da riduzioni delle tasse a limitazione della burocrazia. Ogni politico con cui mi capita di parlare è consapevole che solo l'impresa privata può risolvere il problema della disoccupazione e generare il gettito fiscale di cui abbiamo bisogno per affrontare i nostri problemi.

Non c'è mai stata tanta assistenza e tanto sostegno. Libri, siti, agenzie, riviste, quello che volete: ci sono centinaia di posti dove andare per trovare idee, reclutare dipendenti, assicurarsi fabbricati, trovare risorse informatiche, gestire problemi legali e contabili e così via. Ci sono più club e più reti, più modi per accedere a finanziamenti, trovare soci e raggiungere clienti.
Non è mai stato tanto facile fare il freelance e lavorare in subappalto. Le imprese virtuali sono la norma. Quasi tutto può essere dato in outsourcing (manifattura, ricerca e sviluppo, gestione degli ordini, logistica, amministrazione, informatica, quello che volete). E per chi fornisce questi servizi ci sono infiniti mercati di nicchia.

Ci sono tantissimi talenti desiderosi di partecipare a una nuova impresa. Questo è un momento ottimo per reclutare dipendenti in gamba. Le grandi imprese e lo Stato riducono il personale e la gente è più disposta a tentare la sorte con una società emergente rispetto ai periodi di vacche grasse.
C'è grande disponibilità di fabbricati e di impianti. Gli affitti sono più bassi e c'è eccedenza di macchinari: da questo punto di vista c'è molta più scelta adesso che da molti anni a questa parte.

Il licenziamento dev'essere un inizio, non una fine. Migliaia di persone scelgono di tentare la sorte quando perdono il lavoro, e anche se non è sempre facile, per molti un licenziamento è l'occasione per seguire i propri sogni e le proprie passioni.
Il part-time è un modo per tirare avanti. Quando lavoravo per altri, per molti anni ho fatto un secondo lavoro, partecipando a vari progetti nei fine settimana, la sera e durante le vacanze. È qualcosa che mi ha fruttato esperienza e fiducia nei miei mezzi, e che mi ha permesso di accumulare capitale mettendomi in condizioni migliori quando, qualche anno più tardi, ho deciso di lasciare il lavoro per davvero.
Nessuno pensa che creare qualcosa dal nulla sia una passeggiata. Ma come disse Samuel Johnson: «Chi si affatica in un'impresa grande o encomiabile vede i suoi sforzi prima sostenuti dalla speranza e dopo ricompensati dalla gioia».
(Traduzione di Fabio Galimberti)

Unioncamere, nel 2010 disoccupazione in calo


Nel 2010 rallenta l'emorragia di posti di lavoro. Lo rileva il Rapporto Unioncamere 2010 sottolineando che sono 830.000 le assunzioni previste per quest'anno dalle imprese italiane, 50.000 in piu' di quelle messe in conto nel 2009. Resta però negativo il saldo tra entrate e uscite: -1,5% il calo atteso per l'occupazione nei 12 mesi, anche se migliore rispetto al 2009 (-2%).

Di cosa ha bisogno questo Paese...


Questo Paese ha bisogno di due cose: una buona classe di imprenditori capaci ed onesti, ma anche coraggiosi e creativi e di un buon sindacato, anch'esso in particolare coraggioso e creativo.
Negli anni oscuri del terrorismo i sindacati seppero, eccome, fare la loro parte. Lasciarono sul campo anche uomini di valore e stroncarono sul nascere le pericolose infiltrazioni all'interno delle fabbriche, parando il colpo di una certa borghesia che invece amava flirtare coi terroristi, spesso figli di quella stessa gente.

La faccenda è seria e complessa. Stiamo meglio di altri. E non solo dei disastrati greci. Però la crisi lascerà sul campo molti irrisolti problemi nel mondo del lavoro. Dovranno essere affrontati con grande coraggio ma anche con idee nuove. Quelle che a Rimini sembra siano state dimenticate in qualche cassetto, sempre che la vecchia Cgil ne abbia.

Dobbiamo guardare al mondo e non all'orto di casa. Se c'è una forza è nella qualità del nostro made in Italy e non solo nelle quantità. Per lavorare bene occorre lavorare di più.

E dobbiamo ancora una volta fare attenzione a quei pochi, per ora, imbecilli, che ieri hanno minacciato Sacconi, preconizzandogli la stessa fine di Marco Biagi. La madre di certi imbecilli è sempre incinta e il medico deve essere sempre pronto ad intervenire.

Cassazione: l’azienda tratti in buona fede con i sindacati


È il principio sancito dalla Suprema corte nei casi di messa mobilità o licenziamento. Tra i doveri delle imprese, quello di specifica informazione e di motivazione delle scelte, con un comportamento che deve essere ispirato a piena lealtà

La cassa integrazione cresce del 52,9% in un anno


I dati Inps di aprile: continua il boom rispetto al 2009. Le ore autorizzate in discesa del 5,7% in confronto a marzo. Sale invece la cassa straordinaria: autorizzate 56,8 milioni di ore, in rialzo dell'8% mensile. Meno cig al Nord e nell'industria

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Lavoro e diritti, inizia il congresso della Cgil


Epifani: “Chiederemo un progetto per il paese, governo senza idee”. A difesa dell'occupazione e dello Statuto dei lavoratori, contro l'arbitrato. Molti temi e ospiti, tra questi Sacconi, Bonanni e Marcegaglia. Sole 24 Ore: “Presenza non solo formale”

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Occupazione, Italia ampiamente sotto media Ocse


”Il tasso di occupazione in Italia è ancora ampiamente inferiore alla media dei paesi Ocse per diverse fasce di età”. A dirlo è l'organizzazione con sede a Parigi, che raggruppa le maggiori economie mondiali, in un rapporto presentato oggi (4 maggio) sulla riforma della regolamentazione in Italia. I fattori che influiscono sulla bassa occupazione, si spiega, comprendono la “dimensione ridotta delle aziende, gli ostacoli posti dalla regolamentazione, un limitato accesso al capitale esterno e il sottosviluppo degli istituti di ricerca”. Problemi anche nell'istruzione: “Il livello di conseguimento scolastico in Italia - si legge - resta comparativamente basso, con significative variazioni regionali nei risultati raggiunti dagli studenti”.

Occupazione. Un piano per il futuro


Ma il Governo non si è limitato a fronteggiare l'emergenza: i ministeri del Lavoro e dell'Istruzione hanno infatti presentato un Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro. E' convinzione del Governo che il futuro occupazionale dei giovani italiani dipenda primaria mente da un più efficiente raccordo e dall'integrazione tra i percorsi di istruzione e formazione rinnovati e il mercato del lavoro.
Il primo punto da correggere è che rispetto ai coetanei di altri Paesi i nostri giovani incontrano il lavoro in età troppo avanzata e, per di più, con conoscenze poco spendibili anche per l'assenza di un vero contatto con il mondo del lavoro a causa del pregiudizio secondo cui chi studia non può lavorare.

Sono ancora quasi del tutto assenti, nonostante gli sforzi compiuti in questi anni, moderni servizi di collocamento e orientamento che possano agevolare una più celere transizione verso il mercato del lavoro consentendo alle istituzioni scolastiche e alle università la continua riprogettazione e l'adattamento dell'offerta formativa. È questa la principale ragione di un frequente intrappolamento ai margini del mercato del lavoro, con occupazioni e professionalità di bassa qualità, non di rado senza alcuna coerenza tra carriera scolastica e carriera lavorativa.

Per questo sono state varate profonde riforme della scuola e dell'università che favoriscono un nuovo e più integrato rapporto tra sistema formativo e mondo del lavoro.

Occupazione. Assumere e regolarizzare


Il governo Berlusconi ha anche recuperato alcune norme della Legge Biagi, cancellate da Prodi. Lo scopo è quello di incoraggiare le imprese ad assumere e di promuovere la regolarizzazione dei rapporti di lavoro, per dare garanzie ai lavoratori e far emergere il sommerso.
Per dare più occasioni ai giovani di entrare nel mondo e stato reintrodotto il lavoro a chiamata.
È ora possibile adempiere l'obbligo di assunzione della quota di lavoratori diversamente abili anche attraverso l'appalto a cooperative sociali.
I buoni prepagati per lavori occasionali sono stati estesi anche a lavori (giardinaggio, baby sitting, ripetizioni, lavori stagionali, manutenzione strade, edifici, parchi, monumenti, distribuzione giornali o porta a porta, ecc.) prestati a famiglie, imprese familiari, imprese agricole, imprese del turismo. In un anno sono stati erogati 3.100.000 di voucher da 10 euro ciascuno. Ciò dimostra che il buono prepagato è un ottimo strumento per riportare alla regolarità lavori che nella società dei servizi sono una quota importante del mercato del lavoro.

Occupazione. Stanziamenti e misure per il reimpiego


Il Governo italiano è quello che in Europa ha stanziato nel 2009 più fondi a favore delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese e dell'economia reale: 17,8 per le grandi opere, 7 a tutela dei più deboli, 2 per le imprese dei settori più colpiti, 9 fondo strategico per le imprese, 20 per gli ammortizzatori sociali, per un totale di 55,8 miliardi di euro.
Il Governo ha messo in campo nuove misure per favorire il reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione.

L'azienda può rimettere al lavoro i propri dipendenti in cassa integrazione purché essi seguano corsi di formazione e aggiornamento. Lo stipendio è pagato per l'80% dalla cassa e all'azienda spetta solo il rimanente 20%.

I lavoratori in cassa integrazione o in mobilità che intendono avviare una piccola impresa o una cooperativa, possono chiedere l'erogazione anticipata in una sola volta dell'intero ammontare del sussidio che gli spetta e usare questo denaro per dare il via alla nuova attività.

La retribuzione dei lavoratori coinvolti nei contratti di solidarietà è salita dal 60 all'80% della somma prevista originariamente. Si incentiva così uno strumento che evita il ricorso alla cassa integrazione e mantiene il posto di lavoro, al contrario di quanto predicava il Pd, che puntava tutto sull'assegno di disoccupazione che avrebbe aumentato i licenziamenti in modo esponenziale. Con questo tipo di contratto il dipendente riduce l'orario di lavoro e il compenso ma resta a tutti gli effetti al lavoro.

Per favorire il rientro nel mondo del lavoro, chi assume un lavoratore con indennità disoccupazione ha diritto a un incentivo di pari entità.

Per proteggere anche i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione il governo ha stanziato 9 miliardi di euro. Questo "paracadute" protegge i dipendenti delle piccole imprese e degli studi professionali, apprendisti, lavoratori interinali, collaboratori a progetto.

Per la prima volta sono stati tutelati i lavoratori a progetto. Dal 27 maggio 2009 è infatti operativa la nuova indennità di reinserimento per i collaboratori a progetto con un solo committente che abbiano perso il posto di lavoro. Questi lavoratori possono percepire il 30% di quanto percepito l'anno precedente, con un tetto massimo di 4.000 euro. Con una drastica semplificazione delle procedure, il Governo ha poi accorciato a soli 20-30 giorni il tempo per accedere agli ammortizzatori sociali.

E' stato deciso un risparmio fiscale del 10% per le imprese che assumono lavoratori con più di cinquanta anni d'età.

L'impugnazione del licenziamento è valida anche se giunge a conoscenza del datore di lavoro dopo 60 giorni, purché sia stata proposta entro tale termi


Il lavoratore può impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla sua comunicazione, in base all'articolo 6 della legge n. 604 del 16/7/1966. Se non rispetta questo termine, perde irrimediabilmente il diritto di contestare il licenziamento. L'impugnazione del licenziamento può essere fatta inviando una raccomandata con avviso di ricevimento al datore di lavoro.
Bisogna allora distinguere tra il momento dell'invio della raccomandata ed il momento in cui questa giunge all'indirizzo del datore. Può accadere, infatti, che l'invio sia fatto entro il termine di 60 giorni, ma la raccomandata giunga a destinazione dopo questo termine. Ci si chiede se, in questi casi, l'impugnazione possa considerarsi tempestiva. Alcuni Tribunali ritengono che l'impugnazione non pervenuta al datore entro 60 giorni non sia tempestiva in quanto l'impugnazione è un atto recettizio, ossia un atto che produce effetti solo nel momento in cui giunge a conoscenza del destinatario. La Cassazione, tuttavia, è di diverso avviso. Con la recentissima sentenza n. 8830 del 14 aprile 2010, pronunciata a Sezioni Unite, ha stabilito che, per valutare la tempestività dell'impugnazione, bisogna considerare il momento dell'invio della raccomandata e non quello della ricezione. Ciò in quanto "l'emissione della dichiarazione impugnatoria costituisce l'atto cui si riconnette l'effetto di impedire la decadenza del prestatore di lavoro dal diritto di conseguire l'annullamento del recesso datoriale, non rilevando, nonostante l'impugnazione abbia carattere recettizio, il momento della ricezione da parte del datore di lavoro"

L'applicazione da parte dell'Inps delle direttive del Governo ha dato i suoi frutti



Parallelamente aumentano i controlli per scoprire le truffe: nel 2009 sono stati esaminati 200 mila casi e, in base a un campione, è stato revocato il 15% delle prestazioni.
Se ai 2,6 milioni di invalidi civili si aggiungono altri 2 milioni di soggetti di invalidità professionale, la cosiddetta inabilità, si arriva a quasi 30 miliardi il volume delle risorse impegnate nel sostegno della cosiddetta "non autosufficienza".

Accelerati anche i tempi per la concessione dei sussidi, ora previsti in un massimo di 120 giorni dalla richiesta, "senza dover restare vittime delle clientele, della burocrazia e delle organizzazioni criminali", ha assicurato il presidente Mastrapasqua. La media precedente oscillava tra uno e due anni di attesa. Ciò anche grazie alla semplificazione burocratica che ha ridotto i dieci passaggi a solo tre tappe per chiedere, controllare e ottenere la prestazione.

Nel complesso, il numero delle pensioni vigenti al 31 dicembre 2009 è pari a 16.053.965, con un decremento dello 0,26% rispetto ai trattamenti in vigore a fine 2008. Per Mastrapasqua "l'anno che ci sta alle spalle è stato probabilmente il peggiore per la storia dell'economia. Registrare un avanzo finanziario positivo nel bilancio dell'Inps è più di un successo. Se poi l'avanzo è di oltre 7 miliardi di euro, deve trasferire a tutto il Paese una nuova consapevolezza e una rinnovata dose di fiducia". Si tratta della consapevolezza "che il sistema previdenziale nel nostro Paese ha i conti in ordine" perché le riforme "stanno progressivamente mettendo in sicurezza il futuro delle pensioni".

Infine, i dati sul recupero dell'evasione. Nel corso del 2009 l'Inps ha recuperato 4,6 miliardi di evasione contributiva, con un incremento del 66% rispetto al 2008. Quasi la metà dei soggetti individuati ha provveduto all'iscrizione obbligatoria, con un recupero di contribuzione di circa 80 milioni. Nel 2010 saranno oltre 600 mila le nuove verifiche, dalle quasi si attendono almeno 2 miliardi di entrate aggiuntive.

Interventi a sostegno dei più bisognosi, verifica e smascheramento delle truffe, recupero dell'evasione, semplificazione burocratica: l'applicazione da parte dell'Inps delle direttive del Governo ha dato i suoi frutti. Senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini e tenendo sotto controllo i conti pubblici.

Inps comincia a funzionare meglio


L’Inps ha cambiato radicalmente pelle: meno burocrazia, più efficienza e rapidità di risposta ai cittadini. Solo grazie a questa modernizzazione, destinata a fare ulteriori passi avanti, ha potuto gestire con efficienza tutti gli strumenti - quelli vecchi e quelli nuovi messi a disposizione dal governo – della grande rete di protezione dei cittadini nell’anno della grande crisi.

Dall’opposizione si è levata qualche voce di dissenso con l’invito al governo a non appuntarsi al petto questa medaglia al merito. Motivo? Gran parte dell’attivo Inps si deve ai contributi dei lavoratori stranieri. Argomento e bersaglio sbagliati.
Per il governo è infatti una buona notizia: l’afflusso nelle casse Inps di contributi per lavoratori stranieri e la loro crescita non fanno che confermare i buoni risultati della politica del centrodestra: lotta severa alla clandestinità e porte aperte alla “buona” immigrazione.

A partire dalla regolarizzazione di colf e badanti, centinaia di migliaia di extra-comunitari emersi dal “nero” e che ora, grazie alla sanatoria del governo, vivono e lavorano nelle case di cittadini italiani che pagano per loro regolari contributi.

LAVORO. LE CIFRE.


Nella Relazione annuale dell'Inps presentata alla Camera sul bilancio 2009, si trova la più netta smentita della tesi dell'opposizione secondo la quale il Governo non fa abbastanza per sostenere il reddito dei meno favoriti e di coloro che sono maggiormente colpiti dalla crisi economica.
Come ha detto il presidente Antonio Mastrapasqua, bisogna riconoscere "la perdurante coesione sociale che resiste nel Paese" grazie ai "provvedimenti messi in atto (che) si sono rivelati efficaci a tenere, meglio che altrove, il livello di occupazione".

Infatti, nel corso del 2009 oltre 4 milioni di lavoratori hanno ricevuto, in forme e tempi diversi, una qualche forma di sostegno al reddito per un totale di 18 miliardi di euro. Il valore dei sussidi erogati dall'Inps alle famiglie è stato di oltre 10 miliardi di euro.

Più in dettaglio, 16 miliardi (con un incremento del 4,9% rispetto l 2008) sono stati erogati per le prestazioni di invalidità civile, per pagare i sussidi tra pensioni e assegni di accompagnamento: ne hanno beneficiato circa 2,6 milioni di persone (con un incremento del 4,5% rispetto al 2008). Questo dato è previsto in crescita a 17 miliardi per l'anno in corso.